“È meglio morire nel Mediterraneo che morire in Libia.
In Libia, anche il tuo cadavere non è al sicuro”.
Il progetto fotografico di Max Cavallari, pubblicato nel libro Acquaintance edito dalla casa editrice Seipersei, si fa spazio nel panorama artistico contemporaneo come una testimonianza unica e potente delle esperienze vissute a bordo della nave di ricerca e soccorso ONG SOS Humanity 1. In occasione di Art City 2025, il progetto fotografico diventa anche progetto artistico, presso lo spazio Visual Lab di Bologna, offrendo una riflessione profonda sul rapporto umano e sulla capacità di adattamento in situazioni estreme.
Acquaintance nasce durante un’esperienza diretta nel cuore del Mar Mediterraneo, avvenuta nell’ottobre del 2022, dove Cavallari ha trascorso 40 giorni a bordo della nave SOS Humanity 1. La sua fotocamera diventa lo strumento con cui documenta le vite di coloro che, ogni giorno, affrontano il pericolo in cerca di salvezza. Attraverso le sue immagini, l’artista offre una testimonianza visiva di quanto accade in mare, ma non solo. La sua visione si focalizza anche su chi vive l’esperienza del soccorso, su quel delicato equilibrio tra speranza e disperazione, tra sopravvivenza e incertezza.
Cavallari ha voluto raccontare anche la complessità di un'esperienza vissuta in uno spazio limitato, in una condizione di sospensione temporale e fisica, immersi in un mare oscuro e imprevedibile. Le sue fotografie vanno oltre la semplice documentazione. Esse pongono una riflessione sulla condizione umana e sulla capacità di adattamento degli individui in circostanze difficili e drammatiche.
Il mare, che circonda e definisce il confine di queste storie di vita e morte, è reso protagonista silenzioso ma minaccioso. Le immagini di Cavallari catturano l’inquietudine, ma anche la resistenza, l’umanità e la speranza dei protagonisti di questo dramma, sfidando la percezione di uno spazio che sembra estendersi all'infinito e dove ogni istante può cambiare il destino di chi vi è intrappolato.
Acquaintance si configura quindi come una riflessione sul rapporto tra esseri umani, sulle loro vulnerabilità, ma anche sulle loro forze interiori di adattamento in un mondo che sembra sfuggire al loro controllo. Il progetto, che va oltre il documento storico, rappresenta un invito a guardare oltre le immagini immediate e a riflettere sul contesto più ampio in cui queste storie si svolgono.
L'esposizione presso lo spazio Visual Lab durante Art City 2025 è l'occasione per immergersi nelle foto di Max Cavallari e riflettere su un tema ampio e complesso come quello delle organizzazioni umanitarie, esplorando il loro ruolo nel soccorso e nelle dinamiche di salvataggio, ma anche le implicazioni sociali e morali che accompagnano queste missioni.
Giulia Guasti
