“Occorre riflettere su come sia importante la costruzione e l'attuazione quotidiana del concetto di pace anche nelle nostre interazioni quotidiane. Ogni individuo ha il potenziale per costruirla attraverso la gentilezza, la cura, lumanita, allinche leducazione alla pace diventi la premessa per crearne una cultura”.
Felice Limosani
Nel settembre del 2023, nella storica corte di Palazzo Bartolini Salimbeni, nel cuore di Firenze, è apparsa un’opera che ancora oggi lascia il segno: un’installazione di pace firmata da Felice Limosani, artista conosciuto a livello internazionale, interprete e innovatore delle Digital Humanities.
L’opera – un obelisco in acciaio – era sospesa su uno specchio d’acqua scura e ruotava su se stessa, evocando il processo continuo della vita: un moto incessante che porta con sé cambiamenti, rivoluzioni, pace e guerra.
L’acciaio, simbolo di forza e resistenza, rappresenta secondo l’artista quei valori che determinano la crescita e lo sviluppo di ogni condizione vivente. Elemento saldo e riflettente, ci invita a riflettere sul potere che ognuno di noi ha nel mondo in cui vive.
Con questa installazione, Limosani ha offerto una nuova percezione della corte cinquecentesca, senza alterarne la composizione ma mettendo in relazione antico e moderno, passato e presente, in un continuum spazio-temporale che ancora oggi risuona.
È riuscito a dare forma visibile a un concetto astratto: la pace, intesa come condizione universale ma profondamente personale.
L’obelisco, con la sua forma slanciata e riflessiva, simboleggia il ricongiungimento tra le ragioni della terra e quelle del cielo.
E oggi, a distanza di tempo, resta la domanda che l’opera ci ha lasciato sospesa nello specchio d’acqua: riusciremo tutti noi, riflessi in esso, a formare piccoli pezzi di pace su questa terra?
Giulia Guasti
