Questa raccolta di poesie è un omaggio all’autore e amico Ivano Balduini. In casa editrice nessuno sapeva scrivesse anche poesie. Lo conoscevamo bene come scrittore per la televisione e per la radio. Era stato autore e sceneggiatore di tanti programmi Rai e non solo, e quello fu il suo mondo. Lo abbiamo adorato per il suo romanzo Ti ho dato i miei anni migliori, pubblicato per i nostri tipi nel 2016. La scoperta delle poesie è arrivata diversi anni dopo la sua scomparsa nel 2017. Un’uscita di scena dalla vita inaspettata e così anticipata da lasciarci sgomenti.
Le poesie che ha recuperato e curato la figlia Consuelo ci sono arrivate così, a sorpresa: ed è stato subito come riascoltare la voce dell’amico ritrovato. Un filo unisce infatti il romanzo alla raccolta poetica. I nostri anni spaesati, la vita disillusa, sconfitta ma combattiva, sempre alla ricerca di un centro di gravità permanente in grado di arginare il caos. Quello che era rimasto in sospeso nel romanzo, torna e si completa nei suoi versi. Nella sua “poesia del quotidiano” Ivano mescola l’alto e il basso, immagini che sembrano ispirarsi al correlativo oggettivo addirittura montaliano (Il tuo nome è una fitta stasera) accanto a citazioni della poesia minima delle canzoni e canzonette da juke-box (Ragazza triste che mi uccidi con gli occhi). Ma sono anche altri i rimandi intertestuali: come ne Il viaggio, dove si sente una eco lontana, ma non troppo, dei versi icastici e on the road di un poeta della beat generation come Gary Snyder, ma che, riportata in ambito italiano e nostrano, può ricordare il Vittorio Sereni di Autostrada della Cisa:
Una lama tagliente
sul cuscino della notte.
Il pieno di benzina
e una scorta di caffè bollente.
Al centro di tutto, o quasi, l’amore. Ma anche l’eros in queste pagine viene declinato in maniera spiazzante e leggera: il gioco della seduzione può farsi ora minaccia di suicidio (ma innocua, bugiarda e birichina), ora pena struggente, in modi che ricordano certe atmosfere di Raboni.
Tutti i “nomi dell’aria” di Ivano Balduini corrispondono a dei volti nel vento che non smette mai di rincorrere. Alla fine restano quelli delle donne, dei familiari, dei fratelli, degli affetti, delle figlie amatissime. I volti degli amici. Resta l’amicizia, per la quale Balduini aveva un culto se non religioso, pressoché spirituale. Tutto questo Ivano ha raccontato, con ironia e profonda partecipazione insieme, nelle giuste proporzioni e quantità; ha cercato di mettere in fila tutti i nomi dell’aria, che è come cercare l’ordine impossibile nell’entropia delle cose umane. Ed è proprio questa continua ricerca che si trasforma in uno smisurato inno alla vita e all’amore.
Francesco Aliberti
